Questi fantasmi (atto II)

La stessa scena del primo atto, ma completamente rinnovata.
L’arredamento è cambiato. Tutto nuovo di zecca. (dal copione della commedia)

Sipario. In realtà l’arredamento, che tanto ha fatto discutere, non ci risulta ancora essere stato posizionato nella nuova sede prevista per la sala consiliare e cioè il Castello Caracciolo, ma quale ambientazione migliore per poter trovare dei fantasmi? (N.d.A.: ricordiamo, come spiegato nell’atto I, la definizione di fantasma: “Immagine non corrispondente a realtà, cosa inesistente, illusoria“)

Il senso di ordine e pulizia che traspare dall’inizio del secondo atto della commedia si addice alla perfezione alla tipologia di “fantasmi” della quale parliamo oggi. Tratteremo, infatti, di fantasmi ancor più “invisibili” di quelli del primo atto: regolamenti esistenti ma inapplicati, altri citati ma introvabili, organismi creati ma sconosciuti anche ai membri degli stessi e così via.

Iniziamo proprio dal castello perché siamo certi che in pochi sono al corrente del fatto che dallo scorso settembre in tutto il Castello Caracciolo, aree aperte incluse, vige il divieto di fumo ampiamente disatteso dagli stessi amministratori.

Se poi consideriamo che nella stessa ordinanza sindacale è previsto il divieto di fumo “nei parchi e nelle aree verdi del territorio frequentate da bambini e nelle zone ad essi dedicate” ecco che il primo “fantasma” l’abbiamo certamente trovato.

Un argomento particolarmente in voga negli ultimi anni e che suscita spesso accesi dibattiti è quello degli animali da compagnia e, in particolare, dei cani visto che, quasi sempre, i regolamenti si limitano a dare indicazioni per questa specie.

Il Comune di Cellamare si è dotato sin dal 2004 di un regolamento per la detenzione e circolazione dei cani, approvato in uno dei primi Consigli Comunali dalla amministrazione Laporta (I mandato), mostrando grande sensibilità per l’argomento. Peccato che, anche in questo caso, il regolamento sia poco più che “un pezzo di carta”.

1. È fatto divieto di introdurre cani, anche al guinzaglio e con la museruola, nei negozi di generi alimentari, così come è fatto divieto di introdurli in bar, ristoranti e simili pubblici esercizi.
2. È fatto obbligo al gestore o proprietario dei negozi sopra indicati e/o nei pubblici esercizi di somministrazione alimenti e bevande di segnalare all’ingresso del locale tale divieto.
6. Chiunque viola le disposizioni previste ai comma 1 e 2 del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somme da € 51,65 a € 258,23.

Commi 1, 2 e 6 dell’Art. 8 del Regolamento

A mero titolo di esempio abbiamo riportato uno stralcio dell’articolo 8 di questo regolamento del quale chiunque può verificare la “non applicazione” (N.d.A.: non si vuole entrare nel merito della norma, semplicemente una regola si scrive perché sia rispettata, non per dire che esiste).

In questa rapida carrellata proviamo a cercare qualche altro “fantasma” nelle pieghe dello Statuto Comunale e, con una certa facilità, ci imbattiamo in una serie di regolamenti ai quali lo statuto rimanda per l’applicazione pratica di principi da esso sanciti.

Il Titolo III, “PARTECIPAZIONE E DIRITTO ALL’INFORMAZIONE” è una miniera inesauribile di regolamenti citati ma introvabili sul sito ufficiale del Comune.

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Stralci di alcuni articoli del Titolo III dello Statuto Comunale

Troviamo, infatti, un regolamento per l’erogazione di contributi in favore delle associazioni (art.35 comma 2) e il Regolamento sul decentramento amministrativo e la partecipazione (stesso art. comma 5) dei quali non è ben chiaro se il primo sia, in realtà, una parte del secondo o no e che, comunque, non esistono nella apposita sezione del sito comunale esattamente come uno o più regolamenti citati agli articoli 40 e 41 riguardanti le modalità di attuazione delle consultazioni popolari.

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Art. 39 dello Statuto Comunale

All’articolo 39 troviamo poi le grandi assenti dalla scena amministrativa cellamarese, le consulte, pensate per “favorire la partecipazione dei cittadini” ma mai istituite.

A dirla tutta in realtà una consulta risulta costituita nell’ormai lontano 2004. Nelle pieghe di un altro regolamento, infatti, viene costituita la “Consulta Comunale dello Sport” della quale viene definita anche la composizione.

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Art.3 del “Regolamento per l’utilizzo degli impianti sportivi comunali”

Il regolamento in questione, anch’esso non disponibile nell’apposita sezione del sito del comune, riguarda l’utilizzo degli impianti sportivi. Approvato con delibera di C.C. n° 15 del 27 aprile 2004, all’articolo 3 (in foto) istituisce appunto la consulta dello sport senza peraltro stabilirne il funzionamento né le modalità di convocazione ed in effetti non ci risulta sia mai stata convocata in 14 anni rendendola l’ennesimo fantasma di Cellamare.

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Avanti c’è posto!

Una ulteriore improvvisa impennata del numero di abitanti a Cellamare fa somigliare la cittadina alla metro romana all’ora di punta

Ci risiamo! Abbiamo fatto appena in tempo a pubblicare un articolo sull’incremento dei residenti a Cellamare che il Sindaco, Michele De Santis, nel corso di un’intervista rilasciata a Radio Manbassa il 12 maggio in occasione del Convegno “Il diavolo è un teenager?”, diffonde nuovi dati aggiornati sulla situazione della popolazione del paese.

Il nostro è un paese di seimila abitanti che ha avuto un aumento demografico negli ultimi 10 anni del 700, dell’800% eh dico numeri a caso perché, per dire nel 1988 eravamo 1800 abitanti, oggi ne siamo 6000

I dati statistici riportati da De Santis, se fossero reali, porterebbero ad una popolazione attuale di 38143 anime che ci fanno immaginare il nostro buon sindaco come un novello Fabrizi intento a far entrare, in qualche modo, tutti i nuovi arrivati, come nel mitico film del 1942, con il problema di dove farli accomodare.

E forse è per questo che nel PUG così fortemente voluto dalle ultime amministrazioni ci sono tante nuove aree edificabili e nei primi mesi di quest’anno, nonostante i numerosi immobili invenduti e/o non locati, siano stati concessi permessi di costruire per 38 nuove unità immobiliari.

Popolazione residente
Da tuttitalia.it su dati ISTAT. La fonte riporta la dicitura: I grafici e le tabelle di questa pagina riportano i dati effettivamente registrati in Anagrafe

Ad onor del vero il primo cittadino ammette di “dire dei numeri a caso”. Quello che proprio non si capisce è perché lo faccia, perché, avendo a disposizione innumerevoli modi per avere dati certi, preferisca sparare numeri “in libertà” correndo il rischio di dare fondamento al sospetto  di fare la stessa cosa anche con numeri ben più importanti.

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Il “link” all’articolo di Antonio Carbonara inserito su facebook dall’ex assessore Vurchio

Peraltro, anche nel precisare i dati, ad esempio, relativi al 1988, proprio non riesce ad andare d’accordo con l’ex assessore Michele Laporta che nel suo “Cella Amoris terra d’amare” riporta, citando le fonti, un numero di abitanti di 2369 e non di 1800.

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Da: “Cella Amoris terra d’amare” di M. Laporta

Questa difficoltà con il numero di residenti a Cellamare è venuta fuori anche nell’ultimo  Consiglio Comunale del 26 aprile. Durante il dibattito, infatti, Gianluca Vurchio ha evidenziato un errore nella relazione del Revisore dei Conti sul rendiconto di gestione 2017 che era in approvazione (N.d.A.: a pag. 2 del verbale del C.C.).

E volevo segnalare degli errori che sono riportati nella redazione del Revisore dei Conti a pagina 26: l’indebitamento dell’ente ha avuto la seguente evoluzione e sul numero di abitanti mi balza all’occhio che nel 2015 la popolazione residente del comune di Cellamare era 5779 abitanti, nel 2016 era 5779 abitanti, nel 2017 era 5779 abitanti. Quindi,mi pare strano il fatto che in tre anni il numero degli abitanti di Cellamare non abbia mai subito variazioni. Perché? Perché nel 2017 il numero degli abitanti è di 5838 e non di 5779.

Dall’intervento del consigliere Vurchio in C.C. del 26/04/2018

L’osservazione del consigliere (N.d.A.: ne fa anche altre, riportate nel verbale del C.C.) si riferisce all’indebitamento dell’ente e trova la sua rilevanza nel fatto che il numero di abitanti contribuisce a definire il parametro dell’indebitamento pro capite.

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Tabella a pag. 26 della Relazione del Revisore sul bilancio consuntivo 2017

Il dirigente di settore, invitato dal Sindaco, rispondeva che il dato, essendo quello del Revisore dei Conti un parere, non era poi così importante.

Quello del Revisore dei Conti è un parere, non è un censimento anagrafico, la popolazione serve per dare un parametro, ma se viene sbagliato il numero degli abitanti e si prende quello del penultimo esercizio precedente così come prevedeva la vecchia normativa non ci sono problemi.

Dall’intervento del dr. Raimo – resp. settore finanziario

In definitiva risulta abbastanza evidente che negli ultimi mesi una cosa accomuna i nostri consiglieri comunali, sembrano fare, chi più chi meno, un po’ di fatica con questi benedetti numeri, così poi va a finire che 5 è maggiore di 12 diviso 2, 600.000 è uguale a 26000 (euro) o  102  è minore o uguale a 100 e Cellamare diventa sempre più affollata, tanto da poter dire “Avanti…c’è posto”.

PIP, PUG, BURP, fumetti in TV, fumetti in TV u u u, DPRU, PIRP, PON…

Oggi parliamo di Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana

D’accordo, i più giovani certamente si chiederanno cosa mai voglia dire questo titolo ma, visto che oramai il “burocratichese” ed il “politichese” fanno un uso più che abbondante di acronimi abbiamo, per assonanza, voluto fare un omaggio ad uno dei programmi più rivoluzionari della RAI che, certamente, chiunque sia stato bimbo o ragazzino negli anni ’70 e fino ai primi ’80 ricorderà e con piacere.

Oggi, però, non ci occupiamo di fumetti ma di DPRU. Ne avevamo già accennato in un altro articolo ma è un argomento che merita ulteriori approfondimenti.

Questo documento nasce con la Legge Regionale n° 21 del 29 luglio 2008 che ne individua finalità e contenuti ma, come relazionato dal dr. Giovanni Digioia durante il Consiglio Comunale del 29 agosto 2017, il Comune di Cellamare non aveva mai sentito la necessità di dotarsene fino a che la Regione Puglia non ha iniziato a chiedere il DPRU nei bandi di gara per l’ottenimento di fondi destinati, appunto, alla rigenerazione urbana.

E’ sempre più evidente nei bandi della Regione Puglia, tra cui uno a cui noi ci accingiamo a partecipare scadente il 29 settembre, richiedere l’obbligatorietà di questo documento di rigenerazione urbana, che ci stiamo accingendo oggi ad
adottare e poi, successivamente, per i prossimi 20 giorni sarà a disposizione presso l’ufficio tecnico per eventuali osservazioni, e fra 20, 22 giorni, quindi, intorno al 24, 25 settembre, sarà approvato, prima del 29 settembre, che è la data di scadenza del bando regionale, a cui c’è la volontà di questa amministrazione di partecipare.

Dall’intervento dell’assessore Digioia durante il C.C. del 29 agosto 2017

Da qui parte l’iter per la realizzazione, il bando del quale parla il dr. Digioia viene pubblicato sul BURP n°59 del 23 maggio 2017 ed ha una prima scadenza al 22 luglio 2017, rinviata una prima volta con determinazione n.34 del 28.06.2017 del dirigente della Sezione Urbanistica all’undici settembre (N.d.A.: verrà ulteriormente rinviata prima al 29 settembre come indicato dal Digioia ed infine al 16 ottobre 2017).

Il primo passo è la condivisione delle problematiche urbane con i soggetti pubblici e privati, cittadini, associazioni e vari “portatori di interesse”, ciò viene realizzato con la convocazione di un “forum” il 27 giugno 2017 (N.d.A.: ripetuto poi il 29 dello stesso mese).

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Foto inserita dall’assessore Digioia in un post su Fb in data 24 giugno 2017

Qualche perplessità sulla reale volontà di avvalersi dei suggerimenti e dei questionari distribuiti in questa occasione resta, considerando che il 27 giugno la scadenza del bando era ancora fissata al 22 luglio e, dato che il DPRU come lo stesso Digioia afferma deve “sostare” presso la Segreteria Comunale per 20 giorni per eventuali osservazioni, sarebbero rimasti poco più di 2 giorni all’amministrazione per predisporre ed adottare il DPRU in modo da depositarlo in segreteria entro il 2 luglio e poterlo approvare ed inviare tutta la documentazione in Regione entro le ore 12.00 del 22 luglio 2017.

Ma, al di là dei dubbi, torniamo, come al solito, ai fatti. L’iter procede con l’affidamento dell’incarico ad un professionista, in data 1 agosto 2017, che, a tempo di record, il 10 dello stesso mese (in 9 giorni compreso sabato e domenica agostani) consegna il frutto del suo lavoro che viene approvato, durante il Consiglio Comunale già ricordato, il 29 agosto e che sarà successivamente saldato per 6000 euro al netto di CNAP e IVA per un totale di 7612,80 euro come da determina dirigenziale del 4 dicembre 2017.

Analizziamo allora alcuni aspetti di questo documento che ha suscitato un interessante e vivace dibattito in Consiglio Comunale (N.d.A.: sempre quello del 29 agosto scorso) tra l’assessore Digioia e i consiglieri Salvemini e Vurchio.

L’elaborato inizia, dopo le prime due pagine di Indice, con la pagina 3 affrontando la “PARTE ANALITICA” che al punto 1 introduce il documento stesso sino a pagina 8, con qualche somiglianza con il DPRU approvato dal  Consiglio Comunale di Polignano il 23 dicembre 2016 .

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Pagina 3 del DPRU di Cellamare a sinistra, a destra stessa pagina del DPRU di Polignano. I due elaborati proseguono identici fino a pagina 8 del DPRU di Cellamare

Si passa quindi al punto 2, “IL QUADRO CONOSCITIVO” che, dopo qualche dato geografico, si concentra sui cenni storici che, per quanto manchi una bibliografia, sono certamente tratti dalle stesse fonti utilizzate da Ciro Roselli nel suo Conoscere la provincia di Bari  del 2009 o dallo stesso consigliere Laporta per Cella Amoris terra d’amare del 2004.

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In alto: pag. 10, 11 e 12 del libro del dr. Michele Laporta. In basso: pag.11 e 12 del DPRU di Cellamare

A seguire, l’intero paragrafo 2.2 da pagina 15 a pag. 32 è, come correttamente segnalato dall’autore, preso di sana pianta dal PTTR  della Regione Puglia approvato il 16 febbraio 2015.

Comincia poi a pagina 36 l’analisi demografica del territorio (punto 3) che, come già accennato in Tutti pronti al ballottaggio?, utilizza dati già noti provenienti in massima parte da dati ISTAT o loro elaborazioni e nella maggior parte con citazione della fonte da parte dell’autore.

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In alto: pag. 57 e 58 del libro di Ciro Roselli. In basso: pag.12 e 13 del DPRU di Cellamare

Il punto 4, quello dei “FENOMENI E BISOGNI SOCIALI EMERGENTI” fa riferimento al III Piano Sociale di Zona triennio 2014-2016, approvato dal Coordinamento Istituzionale di Ambito del quale faceva parte l’ex assessore Gianluca Vurchio, e ne riprende i dati.

Nel successivo punto 5 si occupa dell’analisi del sistema insediativo urbano che ha presumibilmente le stesse fonti del capitolo “Sviluppo urbanistico da terra aperta a villaggio fortificato” a pagina 62 del già citato libro del dr. Laporta che certamente riconoscerà le foto da lui utilizzate da pagina 63 a pagina 65.

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Foto inserite nel DPRU. Da sinistra a destra: pag.60, 58 e 59

Al punto 6 si parla di “RIGENERAZIONE URBANA” in termini generali per poi affrontare nel punto 7 l’individuazione dei 3 ambiti di intervento nel territorio cellamarese.

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A sinistra il DPRU di Cellamare (commissionato il 1 agosto 2017), a destra il DPRU di Polignano (approvato il 23 dicembre 2016)

Il punto 8 tratta di “PARTECIPAZIONE, INFORMAZIONE, COINVOLGIMENTO” per arrivare ad un punto centrale, il 9,  e cioè “I CRITERI PER VALUTARE LA FATTIBILITA’ DEI PROGRAMMI” che, ovviamente, essendo sempre gli stessi sono assolutamente identici a quelli riportati nel DPRU polignanese, errori compresi.

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A sinistra il DPRU di Cellamare, a destra il DPRU di Polignano

Il Documento si conclude con il punto 10 riguardante “IL COINVOLGIMENTO DEI SOGGETTI PUBBLICI E DEI SOGGETTI PRIVATI” e che, come il precedente, è assolutamente identico al DPRU di Polignano.

In conclusione, nel sottolineare che non è nostra intenzione giudicare in alcun modo il lavoro svolto da professionisti che hanno legittimamente ottemperato ad un incarico ricevuto, vogliamo semplicemente invitare tutti coloro che hanno a cuore le vicende cellamaresi a leggere questo documento (disponibile sul sito del comune, così come disponibile sul sito del comune di Polignano è il DPRU della cittadina costiera) come abbiamo fatto noi e, magari, anche a leggere il verbale del Consiglio nel quale è stato approvato.

Una cosa è certa, come diceva un noto giornalista televisivo qualche anno fa, la domanda nasce spontanea: “Ma quale diavolo è il secondo criterio per valutare la fattibilità dei programmi?”

Tutti pronti al ballottaggio?

Un’eccezionale impennata della popolazione residente porterà Cellamare ad eleggere il prossimo sindaco con il sistema del doppio turno riservato ai comuni sopra i 15000 abitanti

Curiosi di sapere come sia possibile? Bene, veniamo, come al solito, ai fatti.

Come probabilmente molti di voi già sanno il 15 marzo scorso il Consiglio Comunale di Cellamare ha approvato il bilancio triennale di previsione con 5 voti favorevoli e 7 astensioni. Questa “stranezza” non è passata inosservata ed alcuni media locali se ne sono occupati.

Tra questi la trasmissione di Tommy Tedone su Radio mi Piaci (3:08:30) che il 29 marzo ha sentito telefonicamente il Sindaco di Cellamare Michele De Santis che gli ha esposto il suo punto di vista sulla questione (da noi già trattata) e gli ha raccontato alcune difficoltà nella gestione di un comune che con risorse sempre uguali e carenze di personale vive un grande incremento della popolazione.

Purtroppo tutti i comuni, bene o male, stiamo tutti inguaiati, noi un pochettino di più perché abbiamo avuto un aumento demografico negli ultimi dieci quindici anni del 400-500% 

Ora facciamo due conti, prendiamo in considerazione, in modo da avere le condizioni più favorevoli per le affermazioni del Sindaco, il periodo più lungo da lui citato, ovvero 15 anni, e l’incremento più basso, cioè il 400%. Prendiamo, quindi, in considerazione la popolazione residente al 31 dicembre 2002 come riportato dai dati ISTAT che era di 4875 e moltiplichiamola per il 400%: 4875×400/100=19500.

Popolazione residente
Reale andamento della popolazione residente di Cellamare. Dati ISTAT

Come vedete siamo ben oltre la soglia dei 15000 abitanti stabilita per effettuare le prossime amministrative del 2019 con il doppio turno nel caso nessuna lista ottenga più del 50%.

E così dopo la temperatura percepita, l’immigrazione percepita, siamo arrivati alla “popolazione percepita” anche se non si capisce bene come mai, essendo dotato il comune di un settore demografico, il primo cittadino non abbia contezza della dimensione della sua cittadinanza.

D’altra parte questa popolazione di più o meno 20000 abitanti deve, già da tempo, essere la fissazione o l’obiettivo di qualcuno vista la delibera 3/2014 del Consiglio Comunale secondo la quale la somma dei voti ottenuti dalle sole donne risultate elette sarebbe di ben 11522 preferenze.

Risultati
Tratto da: Avviso Risultati Elezioni Amministrative 25/05/2014

Ora, rifacciamo due conti, partiamo sempre dalle condizioni più favorevoli ed ipotizziamo che le 9 donne non elette abbiano ottenuto un solo voto a testa 9 + 11522 = 11531. Considerando l’affluenza alle urne, che fu del 75,01%, e facendo finta che non vi siano state schede bianche o nulle il calcolo ci porta a 11531 x 100 / 75,01 = 15372 elettori.

Visto il reale rapporto tra elettori e totale della popolazione, completando il calcolo questo ci porta a 15372 x 5585 / 4763 = 18025 abitanti trovandoci quindi, in definitiva, con la dichiarazione del Sindaco di un incremento demografico di circa quattro volte.

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Dati ufficiali dal sito http://www.repubblica.it

Anche il vicesindaco dr. Giovanni Digioia sembra non avere grande dimestichezza con la demografia locale, visto che è stato necessario consultare il documento programmatico di rigenerazione urbana (DPRU) commissionato ad un professionista (costato 7.612,80 euro) per fargli scoprire che la popolazione di Cellamare ha l’età media più bassa all’interno della Città Metropolitana di Bari.

Da questo documento è venuto fuori, sono venute fuori delle cose interessanti perché il tecnico, ing. De Biase, è riuscito ad estrapolare dei dati che ci confortano sotto certi aspetti: il comune di Cellamare, per esempio, è il comune più giovane dell’area metropolitana, cioè ha l’età media più bassa dell’area metropolitana, 39 anni;

Se la cosa lo avesse interessato, e avrebbe dovuto, gli sarebbe bastato passare una mezz’oretta davanti ad un pc per scoprire che tutto sommato non è così stupefacente “estrapolare dei dati” di questo genere, basta consultare il sito dell’ISTAT o i tanti che riportano i suoi dati (es. tuttitalia.it) abbondantemente utilizzati, ovviamente, dal redattore del piano.

In particolare per sapere che Cellamare è il paese più giovane della Città Metropolitana sarebbe bastato consultare questa mappa tematica.

Peraltro va dato atto all’assessore Digioia che con il suo intervento durante il Consiglio Comunale del 29 agosto 2017, quantomeno dimostra di aver letto il Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana, cosa che sembra non aver fatto il Sindaco visto che nel documento si ribadisce (anche in grassetto) per ben 3 volte in tre pagine successive (N.d.A.: 36,37 e 38) che nell’arco di 10 anni, tra il 2001 e il 2011 l’incremento della popolazione cellamarese è stato del 17,3% al quale è seguito nei cinque anni successivi un ulteriore incremento del 5,17%.

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Vista parziale di pagina 37 del Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana adottato dal Comune di Cellamare

Alla fine un po’ di esagerazione non guasta ed anche il vicesindaco probabilmente esagera quando nel suo pur essenziale CV depositato presso il Comune di Cellamare riporta di essersi laureato con la votazione di centodue centesimi (102/100).

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CV del dr. Di Gioia autografato nell’originale. Fonte: Sito ufficiale del Comune di Cellamare

Evidentemente in politica, come nella vita…

….come voi ben sapete! Punto! Due punti!! Ma si, fai vedere che abbondiamo. Abbondandis in abbondandum.

Questi fantasmi (atto I)

Dove c’è un castello non possono non esserci dei fantasmi

Si sa, uno dei binomi più classici nelle arti narrative di genere, dalla letteratura al cinema è il fantasma e il castello. In questo caso però, non ci riferiamo tanto ai classici spettri da “Ghostbuster”, quanto a quello che rappresenta il significato originale del termine e cioè “Immagine non corrispondente a realtà, cosa inesistente, illusoria“.

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E di questi fantasmi Cellamare è piena, dentro e fuori il castello. Iniziando dall’interno troviamo subito la Biblioteca Comunale inaugurata il 23 maggio 2009 ma della quale non troviamo traccia se non in alcune delibere comunali riguardanti l’acquisto di arredi ad essa destinati.

In realtà c’è da considerare che il castello è stato oggetto di ristrutturazioni ma, innegabilmente, la biblioteca, a quasi due anni dal completamento dei lavori e nove anni dalla sua inaugurazione, di fatto, non esiste.

Biblioteca_23_05_2009

Poco meno di una settimana più tardi, il 29 maggio 2009 (N.d.A.: nel 2009 si votò per le amministrative il 6 e 7 giugno) si posava la prima pietra di una delle più ambiziose opere pubbliche concepite nel nostro territorio e probabilmente il più clamoroso fantasma: La Cittadella dello Sport.

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A sinistra il tabellone posizionato all’ingresso dell’impianto sportivo di Viale Olimpia nel 2009 (prima delle amministrative), a destra lo stesso tabellone oggi

Progetto da circa 6,2 milioni di euro, 3 dei quali ricavati dagli oneri di urbanizzazione secondaria dovuti per un altro fantasma, la zona relativa al Piano di Insediamento Produttivo (P.I.P), in base alla convenzione stipulata il 06/11/2008 rep.177315, raccolta 28258, per Notaio Ernesto Fornaro di Bari, con la Società “Gruppo Nitti s.r.l.” di Bari.

 

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In alto un articola da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 19/11/2008. In basso una foto dell’impianto scattata a maggio 2018

Il quarto fantasma riguarda la zona detta dell’ex pollaio situata tra via Gorizia e via Isonzo dove sarebbe dovuto sorgere un parco urbano facente parte della progettazione del P.I.R.P. (Piano Integrato di Riqualificazione delle Periferie) e con previsione di finanziamento mediante project financing. 

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Parziale della zona dell’ex pollaio vista da via Isonzo

Questa progettazione preliminare, approvata nel 2007 ed utilizzata per la partecipazione del Comune di Cellamare al bando emesso dalla Regione Puglia, fu affidata ad una ditta di servizi di ingegneria e consulenza tecnica per un importo di oltre 260.000 euro.

Prima che cali il sipario su questo primo atto non possiamo non citare un caso che, pur non utilizzando fondi pubblici, resta di grande interesse perché è il fantasma che domina dall’alto la nostra intera cittadina: il TerrAlta Hotel e Sporting Club.

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In alto un giornale dell’epoca. In basso il cantiere (fermo da anni) ad oggi

La posa della prima pietra (N.d.A.: le foto sono state eliminate, presumibilmente dal curatore del blog. Non siamo a conoscenza della motivazione) fu celebrata in pompa magna il 25 ottobre del 2008. Nella foto sopra la realizzazione a distanza di circa dieci anni.

 

 

Quando si superano i limiti

Terno secco in cadenza 0 sulla ruota di Cellamare

O meglio, “quando si superano i limiti?” è la domanda che i cittadini cellamaresi devono farsi quando rientrano nel proprio comune. Ciò avviene perchè variando la strada di ingresso al paese varia il limite di velocità situato al di sotto del segnale di inizio centro abitato.

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Ingresso dalla provinciale 98 (Via Bari): nessuna prescrizione, quindi limite di velocità 50 Km/h

Il legittimo dubbio nasce dal fatto che in realtà il segnale di inizio centro abitato è definito un “segnale a validità zonale” e proprio per questo, come previsto dall’art. 131 comma 4 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada, non è necessario aggiungere i due segnali di prescrizione di limite di velocità (N.d.A.: 50 Km/h) e di divieto di segnalazioni acustiche, in quanto già previsti rispettivamente agli articoli 142, comma 1, e 156, comma 3, del codice.

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Ingresso da Corso Roma (Via Capurso) limite di velocità 40 Km/h

D’altra parte lo stesso art. 131 comma 4 recita “Eventuali altre prescrizioni valide per l’intero centro abitato possono essere rese note con il corrispondente segnale installato in abbinamento a quello di INIZIO CENTRO ABITATO” e, poiché è legittimo che il comune possa fissare limiti diversi da quelli previsti al comma 1 del già citato articolo 142 ne discende che il limite di velocità riportato in abbinamento all’inizio di centro abitato è valido in tutto il centro urbano.

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Ingresso da provinciale 99 (Via Noicattaro): nessuna prescrizione, quindi limite di velocità 50 Km/h

Riepilogando, nei centri urbani il limite di velocità previsto dal C.d.S. è di 50 Km/h; se un comune volesse, legittimamente, imporre un limite più basso sulla propria rete viaria, potrebbe inserire il segnale in abbinamento a quello di inizio centro abitato rendendolo così “a validità zonale” ed evitando quindi l’obbligo di dover ripetere il segnale dopo ogni intersezione come previsto dall’art. 104 comma 2 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada.

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Ingresso da via Casamassima limite di velocità 30 Km/h

In definitiva se si arriva da Casamassima il limite a Cellamare è di 30 Km/h, se si viene da Capurso di 40 e se, invece si entra arrivando dalla statale 100 o dalla provinciale 99 (da Noicattaro) di 50 Km/h. Chissà, forse vale la pena di giocarselo questo terno secco 30, 40 e 50 su Bari e Tutte.

 

In che senso…?

L’istituzione del senso unico di marcia in corso Roma solleva polemiche tra gli amministratori e tra i cittadini

Nell’attuale clima politico cellamarese ogni occasione è buona per stigmatizzare l’operato dell’avversario di turno.

Questa volta tocca all’ex assessore ed ex “consigliere di maggioranza” Gianluca Vurchio che, poche ore dopo la sua entrata in vigore (N.d.A.: 3/4/2018), esprime sui social le sue osservazioni sull’ordinanza che istituisce il senso unico di marcia per una parte di corso Roma.

Come specificherà poi sui media, il suo dissenso non è tanto nel merito quanto nel “modus operandi”. L’aspetto, però, che colpisce di più è la girandola di opinioni che si è scatenata sui social tra i cittadini.

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Chi vuole corso Roma in un senso, chi nell’altro, chi sostiene che sarebbe stato sufficiente istituire il divieto di sosta su entrambi i lati chi ritiene, invece, che sarebbe stato meglio istituirlo su uno solo.

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Il divieto di sosta nel tratto iniziale di corso Roma attivo sino al 2 aprile scorso

C’è anche qualcuno che si accorge che il divieto di sosta era già presente su un lato, quanto meno nel tratto più problematico, cioè quello che si innesta sulla piazza e che ospita il 50% delle numerosissime attività commerciali (N.d.A.: 4 in tutto) che insistono su corso Roma e che qualcuno (vedi foto) giudica in forte aumento, infatti qualche anno fa erano solo 5.

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Alcuni sostengono, quindi, che sarebbe bastato far rispettare i divieti già esistenti, magari elevando qualche multa, ma c’è chi ribatte che tra carenze di organico nella polizia municipale e “familiarità” tipica di un piccolo comune ciò sarebbe difficile e si arriva allora ad invocare il “senso civico”.

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Rifiuti di ogni genere lungo la strada che porta da via Casamassima alla provinciale 84. Sulla sinistra il palo con il cartello di Divieto di discarica – Zona videosorvegliata

A questo punto, purtroppo, bisogna fare l’amara riflessione che questo invocato senso civico non è così diffuso tra i nostri cittadini come sbandierato in rete, altrimenti non si spiegherebbe la gran varietà di auto (prive di contrassegno) che sostano quotidianamente occupando i diversi stalli riservati ai disabili o la gran quantità di rifiuti di ogni genere abbandonati lungo le strade secondarie o in prossimità degli svincoli della vicina statale.

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Piccolo esempio delle tante auto che nel corso della giornata si alternano occupando gli stalli cittadini riservati ai disabili: da sinistra a destra: BMW, FIAT, AUDI, OPEL e ancora OPEL

Sembra opportuno rimarcare però che, pur auspicando un comportamento più rispettoso delle norme vigenti da parte di tutti, chi è deputato a garantirne il rispetto ed ha gli strumenti per farlo è certamente il Comune tramite il corpo di Polizia Municipale che è chiamato, nell’ambito del suo territorio di competenza, a garantire l’osservanza delle leggi e dei regolamenti.

Non tutti sanno che…

La Legge Regionale n° 4 del 1994 impone ai comuni di devolvere parte degli oneri di Urbanizzazione Secondaria alle confessioni religiose

Da circa 25 anni tutti i comuni pugliesi sono tenuti a versare alle confessioni religiose che ne facciano richiesta una parte non esigua degli oneri di urbanizzazione secondaria incassati nell’anno precedente.

In pratica per quanto riguarda Cellamare questo significa che ogni anno il Comune devolve parte delle tasse che i cittadini pagano (direttamente o tramite i costruttori) e che sono destinate dalla legge alla realizzazione da parte dei comuni di strutture di interesse pubblico, alla Chiesa Cattolica e, più precisamente, all’Arcidiocesi Bari-Bitonto territorialmente competente.

Gli oneri di urbanizzazione secondaria sono relativi ai seguenti interventi: asili nido e scuole materne, scuole dell’obbligo nonché strutture e complessi per l’istruzione superiore all’obbligo, mercati di quartiere, delegazioni comunali, chiese e altri edifici religiosi, impianti sportivi di quartiere, aree verdi di quartiere, centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie. Nelle attrezzature sanitarie sono ricomprese le opere, le costruzioni e gli impianti destinati allo smaltimento, al riciclaggio o alla distruzione dei rifiuti urbani, speciali, pericolosi, solidi e liquidi, alla bonifica di aree inquinate.  (Art. 16 comma 8 del D.P.R. 380/2001)

Ora, che lo Stato del Vaticano, probabilmente il più ricco al mondo, avesse la necessità di questa ulteriore fonte di introiti per il proprio sostentamento è quanto meno discutibile, ma la legge è legge e bisogna rispettarla anche quando non ci aggrada.

1. I comuni, entro il 31 marzo di ogni anno, devolvono alle competenti autorita’ religiose una somma non inferiore al sette per cento dei contributi loro spettanti per oneri di urbanizzazione secondaria. (Art. 3 comma 1 della L.R. 4/1994)

Resterà, peraltro, da valutare se questa norma regionale non sia superata dalla variazione del Testo Unico sull’Edilizia introdotta nella legge di bilancio di previsione dello Stato per il 2017 al comma 460 dell’articolo 1.

Tornando però a Cellamare, in tabella sono riportati i dati relativi ai versamenti relativi agli oneri degli anni dal 2012 al 2017 effettuati a favore dell’Arcidiocesi e salta subito all’occhio il dato dell’ultimo anno. Nella delibera della Giunta Comunale del 9 marzo scorso, infatti, diversamente da quanto sempre accaduto negli anni precedenti, i 3 componenti presenti hanno deciso di devolvere non il 7% ma il 10%.

Arcidiocesi

Nella delibera non si fa alcun cenno alla motivazione di questa mancia da quasi 1300 euro elargita pochi giorni dopo una vivace polemica innescata da Gianluca Vurchio sul prelevamento di 8000 euro dal fondo di riserva per l’acquisto di mobili.

La stessa legge prevede, inoltre, che le autorità religiose ogni anno trasmettano al comune “una analitica relazione sulla utilizzazione delle somme percepite” e che i comuni possano, quindi, recuperare le somme non utilizzate maggiorate degli interessi.

Sarebbe interessante se la fin troppo abbondante comunicazione degli amministratori locali  si ispirasse un po’ di più alle vigenti norme sulla trasparenza spiegando ai cittadini le scelte che fanno e come vengono utilizzati i loro soldi.

Cellamare, il bilancio della discordia

Lo strano caso della maggioranza….senza maggioranza

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Da mesi ormai assistiamo a scambi reciproci di complimenti, attestazioni di stima e di affetto tra i componenti la nostra amministrazione comunale, manifestati sia “de visu” in Consiglio Comunale, sia utilizzando i media: stampa, facebook, twitter.

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Da sinistra a destra i 7 consiglieri astenuti nella votazione per il bilancio: M.Salvemini, V.Pizzi (nascosta), N.Digioia, P.Positano, A.E.Zammataro, M.Laporta e G.Vurchio

Si potrebbe fare un lungo elenco delle stoccate, parate e risposte (per utilizzare un gergo schermistico tentando di dare al tutto un’aria più “nobile”) intercorse tra la gran parte dei nostri consiglieri comunali ma se volete approfondire basta cercare sui “social” o su testate giornalistiche locali quali Maxima Notizie o ventiquattro.it

Qui interessa di più analizzare i fatti e, nello specifico, l’approvazione del bilancio triennale di previsione (consultabile sul  sito del Comune) votata nel corso dell’ultima riunione dell’assemblea cittadina tenutasi il 15 marzo.

Senza entrare nel merito del bilancio, che pure ha visto un dibattito piuttosto acceso all’interno del Consiglio, il fatto che appare anomalo è che l’approvazione è avvenuta con il voto favorevole di soli 5 consiglieri sui 12 presenti (N.d.A: di 13 totali).

Questa “stranezza” è resa possibile dal comma 5 dell’articolo 25 del vigente Statuto Comunale che consente che questioni anche di grande rilevanza possano essere adottate dall’assemblea, in assenza di voti contrari, anche con il voto favorevole di un unico consigliere.

Art.25Statuto
Articolo 25 dello Statuto del Comune di Cellamare (dal sito ufficiale del Comune)

Il comma 5 sembrerebbe (N.d.A.: il condizionale è d’obbligo non avendo reperito il documento ufficiale) frutto di una modifica dello statuto apportata dalla precedente amministrazione guidata da Michele Laporta.

Art.38RegolamentoConsiglio
Articolo 38 del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale (dal sito ufficiale del Comune)

Cercando, come già dichiarato, di restare ai fatti,  rileviamo però che quanto previsto dallo statuto è di quanto meno dubbia compatibilità con ciò che prescrive il Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale all’articolo 38.

L’incongruenza tra i due documenti farebbe effettivamente propendere per l’ipotesi di una modifica posticcia allo Statuto non coordinata con il dettato del Regolamento.